emergenza coronavirus

Indice

-Avviso importante

-Apertura sportello di ascolto

-Lettera di Marco Guido Salvi a tutti i soci

-Riflessione

-Come vivere con la malattia di Parkinson nei giorni del Coronavirus

-Esercizi da fare a casa

Avviso importante

Dal 24 febbraio tutte le attività svolte presso Carisma (ginnastica, laboratorio teatrale, tango terapia, segreteria, ecc) sono sospese fino a nuovo avviso.

Apertura sportello di ascolto e supporto psicologico

Presentiamo l’attivazione di uno sportello gratuito di ascolto e supporto a cui i
nostri soci possono rivolgersi telefonicamente per un colloquio con la Dott.ssa
Chiara Gianati (psicologa psicoterapeuta)
Chi fosse interessato può chiamare il numero 349-8481790 (il Martedì dalle 15.00
alle 16.00 e il Venerdì dalle 11.00 alle 12.00 ) e fissare un appuntamento. Il sevizio
è già operativo.

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Lettera di Marco Guido Salvi a tutti i soci

A tutti i Soci dell’Associazione Italiana Parkinsoniani sezione di Bergamo

 

Carissime Amiche e cari Amici

Stiamo vivendo una situazione che mai avrei immaginato di affrontare.  Per la malattia di Parkinson noi conosciamo molte cose (come si sviluppa, quali sono le evoluzioni nel tempo, che cure applicare, se e quando intervenire chirurgicamente, ecc. ecc.) mentre per questa nuova malattia conosciamo nulla o pochissimo.

Siamo   costretti a fronteggiare un nemico ignoto senza disporre, al momento, di mezzi efficaci (vaccini o farmaci specifici) ma solo con norme igieniche dettate dal buon senso (curare la pulizia delle mani, mantenere distanze di sicurezza, niente baci o abbracci e siamo sollecitati a stare in casa, a non frequentare luoghi pubblici), Tutto questo accompagnato da un’informazione contraddittoria che da un lato ci invita a condurre un’esistenza il più possibile normale e dall’altro continua a inondarci di informazioni sul numero dei contagi e dei decessi.

L’incertezza sulla evoluzione dell’epidemia e sui mezzi per prevenirla e contrastarla ci costringe ad essere molto prudenti e ad adottare decisioni coerenti.

E’ per questo che, a malincuore, ma seguendo le indicazioni fornire dalle Autorità,  siamo stati  costretti  a  fermare  tutte le nostre attività aggregative e terapeutiche   (Ginnastica di gruppo, Laboratorio Teatrale, Tango Terapia) abbiamo posticipato l’avvio di nuove iniziative (  Laboratorio di  Ceramica , Gruppo di Ascolto per Caregiver) sospeso l’attività informativa che svolgiamo attraverso la segreteria e gli incontri formativi.

Ci tenevo a precisate, che anche se le attività sono ferme,  la nostra Associazione continua  a essere presente  e a  perseguire gli  obiettivi che ci siamo dati.. Dobbiamo mantenere in essere e cercare di sviluppare  una rete di collegamenti e di contatto tra di noi. E’ importate rimanere insieme e non disperdersi  perché,  come ripeto spesso, insieme si ha  più forza nell’ affrontare il delicato cammino che la malattia impone, sia ai pazienti che ai famigliari; insieme si possono affrontare meglio le difficolta che ci circondano avendo la certezza che il sostegno reciproco può rendere la nostra vita un pò meno difficoltosa.

Dobbiamo sfruttare questo momento critico per cogliere le nostre labilità e cercate di migliorarci.

Un punto dove certamente possiamo e dobbiamo  migliorare è la comunicazione tra noi di noi. dobbiamo acquisire padronanza delle nuove tecnologie superare i “ non sono cose per me” , oppure “io sono troppo vecchio per imparare queste cose” , “ sono cose che possono fare solo i ragazzini ecc,

Pensate, per esempio, alla possibilità di fare una seduta di fisioterapia   come quella che normalmente  si fa nei nostri gruppi,  ma dove non siete  in palestra ma siete seduti a casa vostra collegati via internet e vedete in uno schermo  o nel vostro televisore la vostra fisioterapista. Lei vede voi e gli altri partecipanti,  può parlarvi fornendo le indicazioni del caso. Immaginate anche un gruppo di ascolto per caregiver che  al posto di ritrovarsi  intorno ad  un tavolo discute in videoconferenza.

Qualcuno può giustamente  eccepire  che così facendo si interrompe il rapportò umano tra le persone, ma questo sarebbe un sistema che all’occorrenza potrebbe essere utilizzato  nel caso di sospensione di incontri  pubblici, ma anche per essere preseti in caso di impedimenti  a muoversi  da  casa.

 

Ho voluto scrivere questa lettera e lanciare qualche proposta per farvi sapere che, nonostante le difficoltà, …….. noi ci siamo e  per invitarvi a utilizzate l’impedimento a  muoversi  per riflettere su eventuali punti di miglioramento.

Chiudo lanciando un stimolo , chi volesse formulare riflessioni, lanciare  idee, fare proposte o segnalare critiche,  può scrivere agli indirizzi  info@aipbergamo.it o marco.guido.salvi@gmail.con

Da parte nostra c’è l’impegno di trasmettere il materiale che riceviamo a tutti i soci che ci hanno lascito la propria mail.

Chiudo con una raccomandazione:  attenzione alle notizie  false (fake news) che girano, per favore non alimentiamo questo canale di disinformazione. Io sono  fermamente convinto che situazioni quali quella della diffusione dl coronavirus si possono combattere basandosi sulla conoscenza e sul senso civico delle persone piuttosto con la paura, il pregiudizio e l’ignoranza.

 

Cordialmente

Marco Gudo Salvi

AIP sez. di Bergamo

Riflessione

Carissime Amiche e cari Amici,
in questi giorni si leggono sui giornali o si sentono alla televisione vari commenti. pareri e riflessioni. Al riguardo mi hanno particolarmente colpito le parole della psicologa Francesca Morelli, che di seguito riporto

Cordialmente
Marco Guido Salvi

“Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando
queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare…
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l’economia collassa, ma l’inquinamento scende in maniera considerevole. L’aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira…
In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli
bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa.
Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.
In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al
giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati ne domeniche, senza più rossi del
calendario, da un momento all’altro, arriva lo stop.
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore,
se non è misurabile in compenso, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farcene?
In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure
ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a
rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.
In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate
prevalentemente nel “non-spazio” del virtuale, del social network, dandoci l’illusione della
vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi,
niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un
messaggio chiaro: l’unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la
comunità, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.
Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo.”

(Cit. F. MORELLI)

Come vivere con la malattia di Parkinson nei giorni del Coronavirus

Il presente documento non ha la pretesa di essere esaustivo, ma di offrire suggerimenti per migliorare la qualità di vita dei pazienti parkinsoniani in una situazione delicata come quella che stiamo vivendo in Italia in questo periodo.

Si danno per conosciute tutte le disposizioni a carattere generale fornite dalle Autorità, dove in sintesi si dice : restate a casa!!.

E’ auspicabile che le regole vengano rispettate e posti in opera i comportamenti corretti! È una questione di senso civico!!

Non avere paura!! Occorre affrontare l’emergenza con ottimismo. La positività è sempre vincente.

Nel documento qui sotto forniamo alcuni suggermiti di buon senso che possono essere utili a persone con la malattia Parkinson.

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Esercizi da fare a casa

Carissime amiche e cari amici,

vi mandiamo un fimato in cui vengono proposti alcuni esercizi da fare a casa.

Sono esercizi dimostrati dalla nostra insegnante di kick-boxing che possono essere fatti da tutti e possono aiutare a restare in forma.

Buona ginnastica a tutti!